Fascismo, Di Giorgi: «Tra non molto qualche esponente del PdL cercherà di riabilitare anche Mussolini».

L’assessore all’educazione e alla legalità commenta il disegno di legge costituzionale che abolisce la XII norma transitoria e finale della Costituzione.
«Tra non molto qualche esponente del PdL cercherà di riabilitare anche Mussolini». Lo ha detto l’assessore all’educazione e alla legalità Rosa Maria Di Giorgi commentando il disegno di legge costituzionale che abolisce la XII norma transitoria e finale della Costituzione, che vieta ‘la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista’, presentato lo scorso 29 marzo, dal senatore del Popolo della Libertà Cristano De Eccher e co-firmato dai senatori del PdL Fabrizio Di Stefano, Francesco Bevilacqua, Giorgio Bornacin e Achille Totaro.
«I valori dell’antifascismo – ha sottolineato l’assessore Di Giorgi – non sono un fatto del passato: essi si sono tradotti nei principi della Costituzione e rappresentano un quadro di riferimento essenziale. Ed è grave chiedere l’abolizione di una norma inserita per ricordare, per sempre, le responsabilità gravissime e la natura autoritaria e liberticida del regime fascista».
«Da tempo, come hanno notato alcuni storici – ha proseguito Rosa Maria Di Giorgi – c’è il tentativo di ‘defascistizzare il fascismo’. Questo avverrebbe negando, per esempio, che vi sia stata un’ideologia fascista, una cultura fascista, una classe dirigente fascista, un’adesione di massa al fascismo, un totalitarismo fascista e perfino un regime fascista. Storici e politici hanno il diritto di pensare quello che vogliono ma la dittatura fascista c’è stata, con tutto il suo carico di violenza, lutti e rovine e l’antifascismo nella storia dell’Italia, un Paese con il ventennio mussoliniano alle spalle, è stato e rimane un elemento dell’identità civile e repubblicana».
«Dopo il ‘processo’ all’antifascismo – ha concluso l’assessore – è arrivata l’inevitabile condanna della storia scritta dalla parte della Resistenza, sulla quale è fondata ancora la democrazia italiana. Sulla storia patria si è abbattuto un revisionismo all’italiana, alimentato da polemiche giornalistiche piuttosto che da rigorose ricerche storiografiche e sfruttato politicamente da chi considera il fascismo un’esperienza non del tutto negativa e la Costituzione un testo ormai vecchio, inutile e da riscrivere. Ogni democrazia moderna e ogni Paese civile si fonda sulle scelte di campo fatte nei momenti fondamentali della sua storia. E l’antifascismo e la Resistenza sono due delle più importanti».

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