Per i figli di madri detenute stare in carcere e’ una forma di violenza

Per i figli di madri detenute stare in carcere e’ una forma di violenza

La proposta dei deputati Dem della Commissione Infanzia: case famiglie per madri detenute con figli

(ANSA) – “Ci sono in Italia 56 bambini innocenti ma che sono in carcere insieme alle madri detenute”. L’ha ricordato Paolo Siani, deputato del Pd nella conferenza stampa organizzata a Montecitorio insieme agli altri deputati Dem che fanno parte della commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza. Insieme, proporranno alcune modifiche alla normativa attuale, la legge 62 del 2011 che ha “limiti, lacune, contraddizioni”, a loro avviso. In particolare, chiedono che madri con bambini fino a 3 anni non stiano piu’ negli Icam (Istituti a custodia attenuata per detenute madri,
introdotti in via sperimentale nel 2006 e tuttora esistenti) ma in case famiglia. 
Per questo servono investimenti, hanno sottolineato i parlamentari sollecitando finanziamenti da parte dello Stato, anche con la Cassa delle ammende che fa capo al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia, e con fondi raccordati ai servizi sociali che si occupano del reinserimento di madri e bambini. Inoltre, chiedono che venga modificata una norma dell’ordinamento penitenziario e
del codice penale per cui la polizia giudiziaria che esegue un arresto, debba informare “istantaneamente” le autorita’ giudiziarie competenti dell’arresto, quando risulta che ci siano
dei figli o minori di 3 anni. “Non sono misure che stravolgono l’ordinamento ma sono necessarie perche’ la legge realizzi i suoi obiettivi”, ha aggiunto Siani. Per Rosa Maria Di Giorgi, anche lei deputata Pd, “dobbiamo occuparci dell’infanzia violata e per
questi bambini stare in carcere, anche se con le madri, e’ una forma di violenza. Oggi gli Icam sono un carcere, un po’ piu’ soft ma pur sempre un carcere”. 
Oltre alle case famiglia, il Pd propone che si avviino esperienze di housing sociale aperte e situazioni di difficolta’ diverse fra loro, contro il rischio di un ulteriore isolamento, visti i numeri esigui di questi casi oggi in Italia.

 

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