Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Riforme costituzionali e rapporti con il Parlamento), Luciano Pizzetti, ha risposto in Aula, in Senato, all’interrogazione, da me presentata, in merito all’inquadramento del personale tecnico nella dirigenza della Regione Sicilia.
La Regione Siciliana, in dato 14 aprile 2000, aveva indetto un concorso pubblico per titoli di studio, accademici, professionali e di servizio, per la copertura di un totale di 347 posti per dirigente tecnico antropologo, archeologo, architetto, archivista, bibliotecario, biblioteconomo, chimico, etnolinguista, fisico, geologo, ingegnere, naturalista, paleografo e storico dell’arte nel ruolo tecnico dei beni culturali.
In seguito, veniva promulgata la legge regionale n. 10 del 2000 di riclassificazione del personale dirigenziale e non della Regione, che faceva salvi i concorsi banditi prima dell’entrata in vigore della medesima legge, tra cui il concorso citato, senza prevedere alcuna modificazione del suo contenuto in relazione all’inquadramento dei soggetti dichiarati vincitori, nonché al loro trattamento economico. Inoltre, tale legge riordinava la dirigenza regionale in un ruolo unico, articolato a regime in 2 fasce e comprendente, nella fase di prima applicazione, una terza fascia ad esaurimento in cui inquadrare il personale con la qualifica di dirigente amministrativo e tecnico o equiparato.
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